E SE NON FOSSE IL TUO CORPO AD AVERE BISOGNO DI CIBO?
Dolci dopo una delusione amorosa, cibo spazzatura nei momenti di tensione, mangiare più del necessario. Questa si può definire “alimentazione emotiva”, una dipendenza per la quale non esiste miglior definizione che qualche esempio concreto. In molti casi le abbuffate compulsive funzionano come una cortina di fumo che impedisce di scorgere il vero problema: la perdita del controllo emotivo generata dalla necessità di riempire un vuoto relativo ad altri ambiti della propria vita. Il cibo può diventare il sostituto dell’equilibrio emotivo. Quante volte abbiamo affievolito le nostre frustrazioni facendoci una scorpacciata o divorando del buon gelato al cioccolato? La compulsione che ci guida quando mangiamo rappresenta, molte volte, la disperazione a livello emotivo. In questo caso le diete non funzioneranno perché il cibo e il peso sono i sintomi, non il problema. Concentrarsi sul proprio peso è solo un escamotage, un modo per non prestare attenzione ai motivi per cui in molti ricorrono al cibo quando hanno fame. A incoraggiare questa situazione incresciosa c’è la società, che induce le persone a concentrarsi sui chili di troppo e sul consumo di calorie. Sembra che la perdita di peso e il raggiungimento di una buona forma fisica possano aiutare a liberarci dai nostri tormenti. L’eccesso di peso è, di per sé, un sintomo. Inutile cercare di variarlo se poi non si bada alle vere ragioni di fondo che continueranno a farci stare male, diventando la fonte di una profonda frustrazione. La preoccupazione per il nostro corpo nasconde preoccupazioni molto più profonde, dando vita ad un circolo vizioso di inquietudini che non trovano soluzione e che frenano la nostra capacità di crescita e sviluppo. Secondo alcuni autori, il vero problema relativo all’eccesso di peso e all’alimentazione emotiva sta nel fatto che il cibo si trasforma nel sostituto dell’amore. Ci sono momenti in cui crediamo che mangiare possa salvarci da noi stessi, dall’odio che proviamo, dall’angoscia di essere chi siamo e da tutto quello che vorremmo non fosse ma che invece è. Si tratta di una sorta di pensiero stregato che rinforza un circolo vizioso e causa tormento. Mangiando in modo squilibrato non ci prendiamo cura di noi né del nostro presente. Ogni volta che mangiamo in modo compulsivo, diamo adito alla credenza che l’unico modo di ottenere ciò che vogliamo è acquisendolo attraverso l’alimentazione. Quando, a causa di uno squilibrio emotivo, ci abbuffiamo in modo eccessivo, non facciamo altro che rinforzare quello sconforto associato al nostro problema di fondo, il quale genererà un’ancor più grande mancanza di controllo. Si tratta di un circolo vizioso a tutti gli effetti alimentato di continuo, poiché il bisogno di mangiare non diminuisce mai, “oscurando” così il problema di fondo. L’alimentazione emotiva, l’eccessiva ingestione o lo squilibrio nutrizionale fungono molto spesso da sostegno immaginario; in altri termini, arriviamo ad usare il cibo come scusa per mantenere in piedi le quattro pareti della nostra casa. Prendere o perdere peso è come trovarsi perennemente a bordo di una montagna russa emotiva. Se hai la sensazione che i tuoi problemi col cibo non sono solo alimentari, se senti che il tuo vuoto non è solo nutrizionale e vuoi finalmente vivere serenamente il tuo equilibrio con il cibo contatta la Dott.ssa Monica Spelta.
Tel 320-4676288
monica.spelta@gmail.com
www.studiospeltanaturopatia.it
P.zza Garibaldi, 74 - Sassuolo (MO) o via Pico 21 - Mirandola (MO)