IL DIGIUNO, UN RIMEDIO ANTICO ED EFFICACE
Il digiuno, pratica conosciuta sin dai popoli primitivi, da sempre viene messa in atto sia in senso fisiologico, per guarire dalle malattie, sia in senso religioso, per purificarsi ed entrare in contatto con il divino. Si può ragionevolmente affermare che il corpo umano sia progettato per far fronte a periodi anche notevolmente lunghi di astensione dal cibo: non si potrebbe, altrimenti, spiegare la sopravvivenza dell’uomo primitivo in un contesto ambientale in cui la disponibilità del cibo era assolutamente casuale e saltuaria. Il digiuno è una pausa dall’attività nutritiva, ed è forse la più importante tecnica di guarigione che l’essere umano possa impiegare. I principali effetti del digiuno sono il riposo dell’intero tubo digerente, l’aumento dell’energia del sistema immunitario, l’eliminazione di residui metabolici e tossine accumulate e infine la purificazione. Sono numerose le testimonianze di persone che hanno digiunato anche per 40 giorni allo scopo di guarire da malattie o per motivi spirituali. L’astinenza dal cibo, anche se terapeutica, è poco popolare nell’era del consumismo e della farmacologia. Per millenni il cibo ha garantito all’essere umano vita, sviluppo, forza, benessere; oggi, invece, il nostro modo di alimentarci spesso porta con sé intossicazione, malattia, obesità. Malattie cardiovascolari, diabete, cancro, patologie neurodegenerative: è sotto gli occhi di tutti l’aumento esponenziale e quotidiano di queste casistiche. La sovrabbondanza è l’origine dei nostri mali peggiori, ci ha portato al punto di considerare tali malattie pressoché “inevitabili e normali”. La pratica del digiuno può rappresentare, nell’attuale società del benessere, una scelta importante per riappropriarci del nostro corpo, per riscoprire quelle potenzialità di autoguarigione e ristabilire ritmi e connessioni con la natura. La persona che digiuna si cura e nel contempo sceglie di non considerare il corpo come una macchina che solo il meccanico può riparare, facendo affidamento sul potere di autoguarigione di cui l’organismo è dotato. Nelle ore successive all’inizio del digiuno si sfruttano le riserve di lipidi contenuti nei tessuti grassi e i carboidrati ricavati dalle riserve di glicogeno conservate nel fegato e nei muscoli. Prima che siano trascorse 24 ore, tuttavia, il glicogeno giunge ad esaurimento. Ciò comporta la necessità di un cambiamento funzionale dal momento che il glucosio è indispensabile a qualunque modalità di produzione energetica. Per produrre glucosio possono essere usate le molecole di glicerolo contenute nei trigliceridi. Questa possibilità tuttavia non è sufficiente a garantire il regolare svolgimento del ciclo dell’acido citrico e deve, quindi, essere integrata dall’impiego di aminoacidi. L’abbondare di acetil-coenzima A rispetto alla presenza di glucosio porta alla produzione di corpi chetonici, ossia molecole acide che si riversano nel sangue abbassandone il pH e sostituendo gli zuccheri come fonte energetica utilizzata dal sistema nervoso centrale. Tale cambiamento di combustibile da parte del cervello, massimo consumatore di glucosio, riduce la necessità di produrre glucosio dagli aminoacidi con l’avanzare dei giorni di digiuno. Lo sviluppo dei corpi chetonici è alla base di ogni guarigione. Il digiuno è più potente di qualsiasi altra pratica di disintossicazione. Durante il digiuno la mobilizzazione massiccia del grasso di deposito promuove la liberazione in circolo delle tossine. Tale mobilizzazione avviene in una fase in cui il fegato e gli organi emuntori non sono impegnati a detossificare il sangue dalle molecole che costantemente ingeriamo con l’alimentazione ed è quindi possibile smaltire il lavoro arretrato vecchio, a volte, anche di anni. Nelle patologie di natura autoimmunitaria ritroviamo l’ennesima forte indicazione della digiunoterapia: l’artrite reumatoide risponde benissimo alla deprivazione calorica, tanto che è nostra esperienza la riduzione ai minimi termini della sintomatologia infiammatoria, tale da giustificare la fine del trattamento con cortisonici. Nel campo degli stati infiammatori dolorosi a carico delle articolazioni, il digiuno è in ogni caso di rapida e potente efficacia. Il digiuno è molto più di una terapia per trattare problemi di salute: è un metodo eccezionale per migliorare l’umore complessivo e per vivere in salute. Spesso arriva a mettere chi lo pratica in grado di riprendere il controllo della propria vita in situazioni di rischio e di imprimerle una nuova direzione. Secondo alcuni, il digiuno realizzato in un certo giorno della settimana ci mette in risonanza con il flusso sottile astrale della pianeta che influenza in modo dominante quella giornata. È consigliato di seguire un digiuno più lungo di 3 giorni sotto la guida di un medico naturopata. Il digiuno non è consigliato alle persone sottopeso, con una scarsa vitalità e ghiandole surrenali affaticate, ipotese o con gravi carenze di minerali e vitamine ed è comunque sempre bene non praticarlo in autonomia ma essere seguiti da un esperto.
Dott.ssa Monica Spelta
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